La storia continua....

XXXIII Il viandante: le campane di Imperia





Noi siamo il popolo eterno
Fratello della miseria
Non toccherete da noi nessun cielo né Inferno
Non c'è Inferno né cielo
C'è il marcio, ecco che c'è
In questo marcio ci siamo noi vermi di terra

Il sangue col vino noi lo mescoliamo
Tu sei dentro la Corte dei Miracoli
Facciamo l'amore come viene viene
Sei davanti alla Corte dei Miracoli
Briganti danzanti con i mendicanti
Trema forte alla Corte dei Miracoli
Dei pranzi del mondo siamo noi gli avanzi
Siamo noi questa corte dei miracoli
Si, siamo noi della corte dei miracoli

Noi siamo tutta una razza
Di gente svelta che passa
Noi non abbiamo bandiere e nemmeno la fede
Né bandiere né fede
Non abbracciamo che stracci
La mia pelle ha un colore e ha un colore la tua

I-Il viandante

Mi seggo un attimo e vi racconto una storia....
Sono un viandante disperso nell'eco del mondo...sento voci, vedo luci...ma alla fine seguo il cuore e il mio ne insegue un altro..andrò a Nord ai confini del mio prossimo viaggio, del mio prossimo arrivo: una città sospesa nel freddo risveglio di un gallo. Approdo sull'isola Felix nell'agosto del 2007....ricordo l'ansia...vedevo le montagne e mi sentivo soffocare...cercavo sentieri per arrampicarmi e vedere al di là dove spazio e tempo non hanno limiti...ma più salivo più altre cime mi aspettavano. Decisi di scendere e riposarmi....

II-Il viandante: iniziazione

Un buon caffè non si nega mai a un amico....rimbalzo di mondi da una parte all'altra e ognuno si ricarica con l'energia dell'altro...il donare nell'amicizia è qualcosa che non si conosce non si misura, c'è e basta.
C'era il sole quel giorno... e meno male.
Un miagolio mi accompagna presso il signore dalle mille promesse...ho il cuore in gola, le mie mani incosciamente si tendono verso un essere...che tutto farà tranne quello di dire la verità. Arrivo lì, mi siedo e mi trovo davanti Barbabianca, consigliere del signore dalle mille promesse e Lui in persona! Notai la sua veste....e mi venne da chiedermi...se questo signore non avesse qualche problema. Mi parlò di valori alti quali la fiducia, il riserbo, la franchezza...mi sentivo fiero di attraversare questo fiume...che mi sembrava in piena...un fiume asciutto in verità...un letto arido rivelatosi poco dopo.
Avevo espresso il mio essere, la mia volontà di fare tanto e bene. La sua bocca prometteva, i suoi occhi come vetro nascondevano debolezza e tanta mediocrità. Ero dentro, il mio essere sincero aveva fatto breccia! Ed eccomi dentro Imperia!!
Accecato dal flash mi danno il benvenuto 2 esseri del posto...gli usceri, i custodi di cosa...non l'ho ancora capito..ed eccomi inerme su un tesserino che pretende di rubarmi via tutto...il mio nome si trasforma in un numero 2841....devo dimostrare a tutti che io non sono un numero!!

III-Il viandante: l'arrivo

Oggi il freddo s'insinua attraverso una stanza...dove danzano storie di anime..una vecchia biblioteca...ex, oramai. Arrivai su in collina quando ancora si attendeva il cambiamento...Era lì di fronte a me...un cancello invisibile mi avrebbe condotto dentro mura che sentono...guai a parlare forte...guai a parlare...ma io non sapevo nulla ero ignaro di qualsiasi malizia e sotterfugio. Attraversavo quel cancello immaginario pensando di approdare in chissà quale mondo. 
Entrai e mi dissero di attendere colei che tutto poteva chiedere. Arrivò, mi scrutò curiosa e mi condusse nella sala illuminata...mi sentivo nudo e sapevo che da lì a poco avrei cominciato a dire..a dare risposte..su me stesso...ma io quanto ero disposto a dire? Erano in due, la seconda ombra rivestita da un angelico sorriso miagolò e io rimasi ben impressa da quella maschera...Ritornai lì una seconda volta...l'uomo dalle mille promesse si era messo sulla mia via ed era arrivato il momento. Un labirinto mi conduce al secondo piano.
Mentre percorrevo quei corridoi sentivo qualcosa...ma ancora non riuscivo a vestire le mie sensazioni...

IV-Il viandante: la prima Imperia

L'inverno sembrava passato...invece la neve copre come manto silenzi che urlano...su Imperia.
Sono entrato, finalmente, nel luogo dove l'universo viene scoperto continuamente, ma dove stavo io...io ero lì con tutte le promesse che avevano fatto luce al mio percorso. Ancora non percepivo che le anime di Imperia erano due...
Una mattina vengo condotto presso la donna dalle mille presenze...era lei la mia guida...la mia prima guida. Essendo stato in mille orizzonti avevo modi estranei a quel popolo...Ognuno esprime gratitudine, apertura utilizzando modi e parole che sono proprie ad ognuno...quel giorno la signora dalle mille presenze si gelò di fronte a un mio gesto...rimasto in quel momento incompreso, ma solo in quel momento.
Il suo animo forte e gentile mi accompagna ancora oggi e oggi non ho più paura...non devo più controllare gesti e movenze...anche perchè ho capito.
Noi stessi siamo il risultato di tante parole che abbiamo sentito e ascoltato da diverse persone. I nostri valori, le nostre credenze derivano da altre persone che ce li hanno trasferiti in modo più o meno consapevole. Dentro di noi portiamo la vita delle persone con cui siamo entrate in contatto”…(M. Sorgente)
Le correnti provenienti dal mare si abbracciano nello stesso fiume...basta incontrarsi e fare lo stesso tratto, anche se per un breve periodo...

V-Il viandante: i primi tempi

I primi momenti passati a Imperia si vestono di nuove senzazioni...la gente del luogo è gentile e io mi rendevo utile come potevo. Comincio a interagire con moltissime creature(eccoli)....sono destinata a sapere tutto di loro...ma non so se voglio questo. La mia mente scolpisce un percorso...ma chissà dove mi perderò...
La mia Guida mi conduce attraverso le anime di Imperia e mi racconta di un vecchio tiranno oramai lontano e del suo Cayenne....si il Cayenne, colui il quale pretende devozione e rispetto. Mi chiama Messere Viandante.
Cominciavo a sentire rimbalzi....muri enormi dividevano destini. Piano piano cominciai a capire e la mia Guida narrava di ingiustizie  e suprusi "non si poteva ridere"...ma le risate spontanee portavano via malinconia e pesantezza. Improvvisamente quei sorrisi fuorono brutalmente divisi. Cominciai a vedere su Imperia un velo...una trama, fatta di sbarre, bloccava il flusso dell'energia che proveniva dall'esterno. Cominciai ad aprire gli occhi su quella che poi sarebbe diventata la tela del ragno...ma ancora non capivo.
Cayenne, il malinconico Cayenne viveva nel ricordo del suo vecchio tiranno adesso doveva i suoi servigi all'uomo dalle mille promesse.
I primi tempi vedevo poco l'uomo dalle mille promesse, se ne stava tranquillo nella sua torre d'avorio sognando i mari e le mareggiate...tutto procedeva...erano passati già tre mesi. Ma la tempesta era in agguato. Attento a te che prometti!!

VI-Il viandante: il cambiamento

Erano arrivate le nubi su Imperia...un giorno venni condotto ai piani alti...richiedevano il mio operato presso il Signore dalle Ciglia D'oro. Come stavo, il mio animo era lusingato ma avevo paura, non mi sentivo all'altezza e poi con la mia Guida stavo bene, tutto sommato accordo e armonia cominciavano ad avanzare...ma le mie erano solo speranze. 
Arrivai nelle stanze segrete attraverso una creatura particolare, dai modi gentili, troppo formali...Madame Sbuffy. Io viandante dovevo sostituire colei che tutto sapeva (solo dei piani alti ovviamente) " è solo per un  periodo" mi disse. Accettai, anche perchè non avevo scelte, o meglio le avevo ma non avevo grandi motivazioni per dire di no. 
Il Signore dalle Ciglia D'Oro vestiva di calma e di umiltà. La sua sapienza era grande e io con lui stavo bene....
L'ombra si avvicinava attraverso frasi sussurrate da Madame Sbuffy: non dare mai del Tu, Imperia nasconde un oscuro signore...e presto avrei dovuto incontrarlo...

VII-Lo scoiattolo-pantera

Un brano rock nel cervello mi aiuta a tenere il ritmo ad Imperia, corro veloce, batto sui tasti. Ma non è la maniera giusta.
Il viandante, Calantha e la donna dalle mille presenze sono la mia vera salvezza. Condividono, consigliano, sorridono.
Sono illuminate da un raggio di luce che
proviene dall’esterno e spaccano la claustrofobia. Dai frammenti neri ora i rivoli di luce possono uscire a fiotti.
Mi concedo una risata, la risata scorre sulle cicatrici e sulle ferite del ragno. Sono ferite ancora aperte ma forse si può pensare di ricominciare. La mia ombra inizia a prendere le sembianze di una pantera, ma è ancora troppo presto per posare la ghianda.



VIII-Il viandante: l'incontro

Non mi sono mai aspettato nulla dalla vita...ma non so perchè mi avevano messo addosso un'ansia che non mi apparteneva.
Madame Sbuffy dentro le sue ballerine...un giorno arriva e mi sussurra "sta arrivando, mi raccomando, niente Tu"..ero tranquillo!
Un'orchestra d'un tratto interrompe un bolero ormai stanco, silenzio gelido invade l'antro : è lui, si avvicina, mi scruta, si presenta, sento l'ombra delle sue zampe avvinghiarmi...ma era talmente impercettibile che avevo scacciato via ogni pensiero. Ricambiai il saluto e pronunciò parole che fecero sobbalzare Sbuffy "dammi del tu".
Fu l'inizio della fine...Ignaro fui contento di aver superaro....la prova...ma quale prova.
 Imperia cominciava ad annidarsi nei cuori della gente senza meta...una trappola di cristallo comiciò a farsi visibile lì...dove i pensieri nascono e ancora non sai che esistono...





Imperia...se l'ascolti...




IX-Lo scoiattolo-pantera: oggi

Adesso l’aria è luminosa, limpida, azzurra. Sorvolo il mare con la mia
mongolfiera e rivolgo un saluto educato a un gabbiano. Gli chiedo i segreti del
suo volo. Lui si volta, sorride. Capisco che è solo l’amore per l’aria a
portarti in alto...

Aria nera, unta, pesante, soffoco! Mi risveglio: sono dentro Imperia. Ma so che
prima o poi incontrerò davvero quel gabbiano.

X-Il viandante: la mia notte

E' notte a Imperia, scendono stanchi i pensieri e si accovacciano dentro un giaciglio composto e silenzioso. Si lotta a Imperia , Sempre!! Narcotizzati da un dolce sonno i suoi abitanti si concedono alle loro cose, famiglia, interessi, sogni...quanto "fare" si respira, a volte però la volontà non basta. Battere i pugni, urlare, urtare contro mediocrità camuffate di cultura...
Il vento mi sospira buone nuove e io mi faccio coccolare dal pensiero che...andrò in altri luoghi col cuore sereno e colmo di speranza.

Era estate e dentro le stanze del Signore dalle ciglia d'oro si viveva un'afa tropicale. Madame Sbuffy era ormai lontana ma non passava giorno senza una buona parola, un consiglio. Il nostro sembrava uno scambio onesto...pensai quella donna come un'amica.
Silenzio, venivo avvolto da candido silenzio spezzato ogni tanto da una visita più o meno anomina dell'uomo che tesseva. Si avvicinava la fine di un periodo, si attendeva il ritorno di Madame Sbuffy....


XI-Il viandante: l'eletto

Io in fondo non avevo scelto quel posto...era quel posto che aveva scelto me, mi sentivo iniziato a qualcosa di grande...ma non ero attore cosciente di quello che sarebbe avvenuto. Mi chiamavano l'eletto, chi ero per quella gente. L'accoglienza iniziale si tramutò e si velò dietro sguardi d'invidia.


 Voci e voci e voci mi scaraventavano verso i luoghi dai quali ero venuto...ma io resistevo, non avevo fatto nulla per sentirmi in colpa. La Signora dalle mille presenze aveva ben chiaro chi io fossi e la sentii sempre accanto: di questo gliene sarò eternamente grato.
Fu in quel tempo che un'altra creatura si fece spazio e diede "vita" alla mia vita: Madame Le Rouge!
Nei suoi occhi arde la passione della vita, venti di battaglie scorrono nelle sue vene. Arrivò a me come energia chiara, limpida, forte. La mia solitudine, passata presso le stanze del Signore dalle ciglia d'oro, veniva spezzata da una sferzata di energia tutta al femminile. Il sole tante volte fu testimone dei nostri discorsi, dei nostri sguardi, di complicità e di amarezza. Tutto svani nel fumo...Imperia perde i pezzi migliori: la Donna dei contabili, Il signore dagli occhi chiari con tutto il suo seguito, Madame le Rouge era tra questi...Sbattuti via da Imperia come se fossero anime da macello.

Fu nebbia da quel giorno, ma nonostante tutto io e la mia cara guida troviamo il sentiero che ci conduce a lei, la nostra cara Madame Le Rouge.
Cambiarono molte cose e avvennero molti fatti da allora, ma i miei incontri non erano finiti....

XII-Il viandante: Danza nel vento

Imperia è piena di oscure figure...ombre che strisciano insinuandosi nelle vite di chi vorrebbe soltanto godersi la vita...una ventata gelida stasera mi racconta di un essere particolare, guai a dargli le spalle.
Lui sorride, i suoi occhi sono piccoli, vispi...ma dietro a questi occhi si nascondono mondi calcolatori fatti solo di mediocre potere...di giorno ha le sembianze di una faina ma la notte ecco che viene fuori la sua vera natura: il Toposerpente!
Stasera ha colpito ancora..ignaro di coloro i quali versano litri di anima dietro nobili azioni. A volte bisognerebbe trasformasi in veggenti e avere "la palla magica"
...ma noi non siamo maghi, possiamo solo essere coscienti di quello che accade attorno a noi.
Noi siamo spettatori consapevoli e quando entriamo nel regno di Imperia entriamo in un mondo fatto di burattini...sta a noi applaudirli o denigrarli facendoli passare per lo schifo che sono. Il vento stasera danza...domani è un altro giorno..applaudiremo? Io penso di no.
Buonanotte vento il tuo viandante rende giustizia in queste lande

XIII-Il viandante: conoscenze

Due giorni lontano da Imperia per respirare per vivere quella vita che è quella vera, reale, la Mia!!
Questo pomeriggio la dama Bianca ha coperto gli alberi della collina di candido manto...pensieri invernali disegnano ombre nella mia mente e tutto si disperde nella danza del fuoco di un caminetto che scalda....il mio cuore.

Si avvicinava il rientro di Madame Sbuffy, il signore dalle ciglia d'oro mi lasciava tranquillo al mio essere, decisi di andare via. Lo ringraziai non lo vidi più..ogni tanto a Felix lo si incontra in vecchie taverne dal sapore casalingo....
Ero contento di tornare dal signore dalle mille promesse e finalmente di avere ciò che mi era stato "promesso", ma ancora dovevo incontrare qualcuno. 
Sentii una musica, un giorno, entrarmi dentro... una voce risuonava tra le stanze che guardano in sù. Un giorno la vidi avanzare: piccola, minuta, ma quanta grazia e bellezza. La sua aurea toccò subito le mie corde e fu gioia. Le sue parole gentili accarezzarono il mio essere...lei è Calantha (καλός Άνθως).
Tra di noi solo poche parole, un giorno mi chiese di far parte della sua compagnia...lì per lì rimasi felice di quella proposta ma non accettai subito prima volevo capire cosa mi attendeva presso il signore dalle mille promesse...ben presto avrei cambiato idea...Anche l'oscuro Signore s'interessò al mio essere, ma questa ve la racconto domani...


XIV Il viandante: a mezzodì

E' strano come dagli equivoci vengano fuori riflessioni sulla vita e sulla morte.
Ci perdiamo sempre dietro le banalità dell'istante dimenticando che tutto procede verso un tramonto...terreno.


C'era molto caldo quel giorno a Imperia e la noia era stata mia fedele compagna e mi accompagnava ormani ogni giorno fino...quel giorno si fermò solo alla mattina.
Le stanze che guardano verso sù risuonavano dell'eco del silenzio e io me ne stavo lì...scrivendo cose che avrei potuto dimenticare...scrivevo tutto quello che la mia guida mia aveva insegnato...uno scritto, che porta ancora oggi sulla copertina, un girasole ormai ricoperto dalla polvere della dimenticanza.

Quel giorno a mezzodì un'ombra confuse la mia, alzai gli occhi e lui era lì che mi fissava gentile. Mi chiese come stava andando la mia permanenza presso il signore dalle ciglia d'oro e mi propose di entrare nella sua compagnia.

Gentilmente gli risposi di No e che giù dal signore dalle mille promesse mi aspettavano cose fantastiche e poi gli confidai della proposta di Calantha. Lui conosceva molto bene Calantha e solo dopo capii quanti mondi li separavano....

Le sue zampe cominciavano ad avvinghiarmi ma quel NO quel giorno mi salvò. Da quel NO ebbe inizio una sorta di danza...malefica che mi portò nel mondo dei funamboli...da oggi in poi il mio sentiero si chiama confine e quello sarà "lo spazio sacro del viandante" spazio che difenderò con le unghie e con i denti!

Pensai che anche lui mi lasciava al mio essere...ma non era così. Quel giorno ascoltò le mie parole e mi lasciò andare...e intanto tesseva, tesseva.



Tra l'azzurro e la città,
la città vola via,
vola sopra a quell'idea
di equilibrio e simmertia.
Dove il tempo svanirà
c'è il funambolo che sa.