XIV Il viandante: a mezzodì

E' strano come dagli equivoci vengano fuori riflessioni sulla vita e sulla morte.
Ci perdiamo sempre dietro le banalità dell'istante dimenticando che tutto procede verso un tramonto...terreno.


C'era molto caldo quel giorno a Imperia e la noia era stata mia fedele compagna e mi accompagnava ormani ogni giorno fino...quel giorno si fermò solo alla mattina.
Le stanze che guardano verso sù risuonavano dell'eco del silenzio e io me ne stavo lì...scrivendo cose che avrei potuto dimenticare...scrivevo tutto quello che la mia guida mia aveva insegnato...uno scritto, che porta ancora oggi sulla copertina, un girasole ormai ricoperto dalla polvere della dimenticanza.

Quel giorno a mezzodì un'ombra confuse la mia, alzai gli occhi e lui era lì che mi fissava gentile. Mi chiese come stava andando la mia permanenza presso il signore dalle ciglia d'oro e mi propose di entrare nella sua compagnia.

Gentilmente gli risposi di No e che giù dal signore dalle mille promesse mi aspettavano cose fantastiche e poi gli confidai della proposta di Calantha. Lui conosceva molto bene Calantha e solo dopo capii quanti mondi li separavano....

Le sue zampe cominciavano ad avvinghiarmi ma quel NO quel giorno mi salvò. Da quel NO ebbe inizio una sorta di danza...malefica che mi portò nel mondo dei funamboli...da oggi in poi il mio sentiero si chiama confine e quello sarà "lo spazio sacro del viandante" spazio che difenderò con le unghie e con i denti!

Pensai che anche lui mi lasciava al mio essere...ma non era così. Quel giorno ascoltò le mie parole e mi lasciò andare...e intanto tesseva, tesseva.



Tra l'azzurro e la città,
la città vola via,
vola sopra a quell'idea
di equilibrio e simmertia.
Dove il tempo svanirà
c'è il funambolo che sa.

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