XX Il viandante: Il giorno senza nome

Imperia si veste di fitta nebbia, la confusione impera sulle teste di chi ha il potere.

Un frenetica danza in cui l'uno corteggia l'altro, in palio vanità, pura e semplice avidità. L'anima di Imperia freme, attende...

Passavano i giorni e l'uomo dalle mille promesse decise di braccarmi....le sue manovre erano invisibili agli occhi degli altri ma non a me, mente e cuore venivano sprangate da un assurdo atteggiamento che presto sarebbe sfociato in pura follia.
Imperia ha orecchie ovunque e tutto quello che viene sospirato arriva al più insignificante granello di polvere.


La musica di Calantha sospirava l'attesa di un nuovo evento..e il suo eco tuonò oltrepassando i varchi delle mura del signore dalle mille promesse.
Mi volle al suo cospetto e con la rabbia negli occhi mi accusò di tradimento. Inerme raccolsi le sue ingiuste urla. Io non ero di nessuno, non ero schiavo a nessuno. Seguivo la mia strada: il giorno senza nome, fu l'inizio della mia guerra, della mia vittoria!


Una prigione invisibile divenne la mia dimora, muri fatti di carta..di storie di uomini e donne. Al di là della barricata occhi curiosi e rabbiosi guardavano me...mi armai di una spavalderia mal celata...nessuno capiva, ma io ero tranquillo.

Calantha, la mia Guida, Madame le Rouge...tutti erano vicino alle mie idee di libertà, sono stati loro ad accompagnarmi verso quel riscatto che sarebbe arrivato da lì a poco.

 Ma un'altra tempesta si preparava a sconvolgere la mia calma apparente...


Ma io ero pronto...il morso del ragno si combatte solo con un'arma...



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